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23/08/2014

Fonte: La Gazzetta dello Sport

Antonio Pitoni dalle pagine della Gazzetta dello Sport, intervista Bobby Jones, a tutti gli effetti un veterno del clan romano. Riportiamo alcune considerazioni sulla prossima stagione.

Il veterano che fa da riferimento per i tanti giovani e new entry: come vive questa nuova dimensione? «Non è una novità, già nei due anni precedenti mi sono trovato ad essere uno degli uomini di esperienza della squadra, un ruolo che non è facilmente comprensibile da chi sta al di fuori dello spogliatoio. Ho intenzione di lavorare duro, dare l'esempio ai compagni più giovani e fornire consigli utili quando sarà possibile». Dopo una finale e una semifinale confermarsi sugli stessi livelli sarà più difficile, nonostante le aspettative dei tifosi restino alte. Un elemento di pressione psicologica? «Credo che la pressione si senta soltanto se si permette agli altri di metterci sotto pressione. Nessuna stagione è uguale alla precedente, da un anno all'altro cambiano tantissime cose, sarebbe sbagliato paragonare la Virtus della passata stagione con questa squadra appena nata». Qual è il suo giudizio sulla nuova Virtus? «Non posso dire molto, non ho ancora avuto l'occasione di conoscere i ragazzi. Non vedo l'ora di mettermi al lavoro con i miei nuovi compagni di squadra». Quali pensa siano gli obiettivi possibili? «È ancora presto per parlarne, noi dobbiamo ancora metterci al lavoro e tante squadre devono completare l'organico. La linea di base è quella delle stagioni passate: provare a fare il nostro meglio, in campionato e in Eurocup. E se ci sarà l'occasione giusta, farci trovare pronti». Ancora un anno a Roma: si rafforza il suo legame con la città. Come vive questa esperienza? «Sono alla terza stagione, mi trovo molto bene in questa città e con i tifosi. Molti americani non rimangono nella stessa squadra per più di due anni, la mia situazione è unica nel suo genere. Per descrivere un'esperienza così singolare ho praticamente terminato il documentario che esplora il mio amore per questa città, ma che allo stesso tempo è anche una guida per un americano che vive in un altro Paese con l'obiettivo di giocare a pallacanestro. Mi auguro che tanto i romani quanto gli statunitensi possano divertirsi a guardarlo».