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02/07/2013

Se restiamo soli tra un anno chiudiamo

La presidente Cremascoll: «E' il peggior momento della storia 
per il basket, manca visibilità e gli sponsor non arrivano» 
andare avanti. Ma non da soli. 
ANNA CREMASCOLI 
PROPRIETARIA DI CANTÙ 
DAL NOSTRO INVIATO 
GIUSEPPE NIGRO 
CANTÙ' (Como) 
^ ^ Anna Cremascoli ha confermato le peggiori previsioni 
della vigilia: se le condizioni 
non cambiano, questo sarà 
l'ultimo anno di Cantù. «Se a 
giugno dell'anno prossimo saremo ancora soli, non riusciremo ad andare avanti», ha annunciato la presidentessa 
chiarendo: «Non vogliamo 
chiudere o consegnare la squadra al comune. L'obiettivo è 
4é Palazzo, sponsor, 
~ ^ promesse non 
mantenute... Ma 
dobbiamo essere 
più accattivanti 
Con al fianco un pool di dieci, 
venti, trenta aziende sicuramente lo faremo. Una proprietà diffusa è l'unico assetto con 
un futuro, in grado di assorbire entrate e uscite cicliche». 
Nessuna conseguenza nell'immediato: «Con un budget ridotto come tutti, ma quest'anno ci divertiremo. E noi lavoreremo fuori dal campo, da oggi. 
Finora abbiamo contattato solo il sindaco. Per come siamo 
fatti, non parleremo più: c'è un 
anno, non voglio passarlo a fare appelli. Non si parte da zero, ma da noi». 
Palazzo Due anni fa inseguendo il sogno Eurolega i 
Cremascoli rilanciarono i loro 
investimenti, tenendo i pezzi 
pregiati. Un anno fa si fecero 
carico dell'organizzazione di 
un preliminare di Eurolega 
sportivamente da mission impossible. Cosa è successo nel 
frattempo? «Innanzi tutto la fine inesorabile del sogno del 
palazzetto ? dice Anna Cremascoli ?. Una serie di promesse non sono state mantenute. Dalle istituzioni. Il palazzetto è il caso più eclatante: 
dovevamo averlo entro unodue anni a costo zero, ricevendo 200mila euro; dopo cinque 
anni siamo ancora in una 
struttura che costa tantissimo 
perché ha 40 anni, e con 
400mila euro che ci deve il costruttore Turra e che dovremo 
mettere noi. Dovevano consegnarlo a maggio... Sul palazzetto ho perso ogni speranza». Europa E poi la questione del 
main sponsor: «L'anno scorso 
ne abbiamo cambiati 4, speriamo di trovare continuità con 
l'attuale (Lenovo, ndr) : stiamo 
trattando ? spiega la presidentessa ?. La decisione, che 
esula dai risultati, è maturata 
durante la stagione, veramente pesante. È brutto vedere che 
nessuno ti segue: ci avevano 
chiesto di riportare Cantù in 
Europa, l'abbiamo portata tra 
le prime 16, facendoci carico 
di rimettere a posto un palazzo, creandoci una credibilità 
pazzesca, poi la risposta di tutti è che l'Europa non interessa, 
neanche uno sponsor». Il parco attuale è di circa 120 sponsor di varia entità, ma senza 
4-5 grandi aziende della zona. 
Movimento Chi non è entrato 
come sponsor, difficilmente lo 
farà come socio. E sarà così finché in Italia entrare in una proprietà sarà una questione di responsabilità sociale verso il 
territorio piuttosto che un club 
esclusivo in cui voler entrare. 
La signora Cremascoli ha la cognizione ? anche dall'osservatorio della vicepresidenza 
Fip ? per allargare la visuale 
all'intero movimento: «Lo 
sport e in particolare il basket 
attraversano la peggiore crisi 
di sempre. Il miglior modo per 
sopravvivere è che tutti se ne 
rendano conto, abbassando le 
pretese. Come movimento potremmo fare di più per essere 
accattivanti e ci lavoreremo. 
Le società fanno i paragoni con 
visibilità e costi del calcio, che 
però può vendere sponsorizzazioni a cifre basse perché ha i 
diritti tv». La crisi è di tutti. Ed 
è arrivata anche a Cantù